La Storia

Il tango fa la sua comparsa nei sobborghi di Buenos Aires intorno al 1880. Nulla si sa di come sia nato, persino l’etimologia è del tutto incerta, nè vi è un nome, una data, un episodio particolare che sia legato al suo esordio. Appare all’improvviso come una sorta di linguaggio comune della gente di Buenos Aires. Negli anni che vanno dal 1869 al 1904 la popolazione in Argentina è aumentata di cinque volte.

Questa crescita demografica ha portato come conseguenza una evidente mancanza di alloggi di immigrati italiani, spagnoli, tedeschi, russi, famiglie numerose abitano fianco a fianco nei grandi conventillos.

I conventillos sono palazzi, inizialmente residenze degradate di famiglie dell’alta borghesia, anche se furono costruiti molti proprio a questo scopo, destinati all’affitto di abitazioni per poveri, generalmente immigrati recenti, con servizi in comune. Nei cortili le note e i passi uniscono le persone più di quel castigliano sgrammaticato che ciascuno si sforza di parlare. Nell’arrabal, il quartiere di periferia, si realizza l’incontro fra la gente del porto e la gente delle campagne.

La gente della pampa porta la payada, una antica forma di poesia popolare caratteristica delle feste di paese: il payador improvvisa sei versi endecasillabi, seguiti da un caratteristico stacco di chitarra. Intorno al 1870 la payada si evolve e ad essa si unisce il ballo: è la habanera, danza spagnola diffusasi a Cuba e portata dai marinai fino alle due sponde del Rio de la Plata, che si diffonde ma immediatamente si trasforma, assumendo l’andamento caratteristico e insolito di una camminata in cui l’uomo avanza e la donna indietreggia. Nasce così la milonga, e milonguear significa passare la notte alternando canto e ballo. Dal porto di Buenos Aires arriva anche il candombe, danza caratteristica dei neri (che avevano abitato un piccolo borgo nella parte vecchia prima di scomparire decimati dalla febbre gialla), in cui le coppie ballano separate ma molto vicine, abbandonandosi a sensuali movimenti di bacino. Sono gli ingredienti che si fondono nel tango Parlarsi con un abbraccio…

Il tango rappresenta una vera rivoluzione nel ballo di coppia. Con valzer, mazurca, polka e gli altri balli in voga ha in comune solo la presa fra i due ballerini; tutto il resto segue una logica totalmente innovativa e trasgressiva. Non è di apprendimento immediato, e per ballarlo non basta salire in pista (come avviene con le altre danze di società) e seguire il ritmo, nè è sufficiente accompagnarsi a un partner che già lo conosce e “farsi portare”. Si tratta di un vero esercizio di concentrazione. I primi tangueros di cortile non lo improvvisano, se pur nemmeno frequentano corsi presso maestri professionisti: è durante la settimana, dopo il lavoro, che piccoli gruppi di uomini provano e riprovano fra loro i passi, mentre altrove le donne fanno la stessa cosa, per preparasi al ballo della domenica. Perchè il tango (e ci teniamo a sottolinearlo a dispetto di chi, senza conoscerlo, vuole identificarlo con un assoluto “pensiero triste che si balla”) è divertimento, non solo lanciandosi in pista alla festa o nel salòn, ma anche facendo parte di allegre e chiassose comitive che si ritrovano per provare e ripetere. Il tango è un ballo totalmente libero, privo di coreografie predefinite. Mentre le altre danze si fondano su una figura di base da ripetere alternandola a qualche occasionale variante, il tango è del tutto privo di schemi ripetitivi. La salida basica è solo una combinazione di passi che si utilizza per imparare a ballare (cioè a … non ripeterla), mentre le figure classiche (ocho adelante, ocho atràs, mordida, medialuna, ecc) vengono continuamente assemblate, sospese, frammentate e ricombinate, in una unica caleidoscopica figura che non si ripeterà mai uguale. Le coppie non procedono mai in modo fra loro coerente: ognuna segue di volta in volta direzioni diverse (e la necessità di evitare le collisioni impone ulteriormente di decidere istante per istante il passo da eseguire), anche se viene complessivamente mantenuta una lenta rotazione in senso antiorario. Il tango è un linguaggio con cui esprimersi.

Per chi balla valzer o polka la musica è un supporto ritmico, e la melodia un accompagnamento; un brano o un’altro, un interprete o un’altro vedono i ballerini eseguire sempre gli stessi movimenti. Ma le melodie del tango sono così ricche di differenti coloriture musicali, gli stili interpretativi e gli impasti strumentali così diversi, la poetica dei testi così mutevole, che passare da un brano all’altro (o anche da un esecutore all’altro dello stesso brano) significa entrare in una condizione emozionale nuova, ispirando un portamento e uno stile che non è mai lo stesso. Nelle scuole di tango di Buenos Aires spesso il maestro assegna a ciascun allievo/a una condizione interiore (allegro, innamorato, indifferente, annoiato, arrabbiato …), quindi fa ballare tutti, dopodichè invita ciascuno a indovinare lo stato d’animo del partner con cui ha appena ballato: se molti hanno percepito l’emozione dell’altro significa che, al di là della correttezza tecnica dei passi, si è appreso quell’affascinante linguaggio che è il tango, definito dai vecchi maestri el idioma del brazo. La bellezza del tango risiede nel fatto che il suo ballo è una relazione tra un uomo e una donna che in quel momento ballano quel tango in quel modo e che cinque minuti dopo lo balleranno sicuramente in un’altro modo; perchè il tango va sempre improvvisato, dato che anche se ci sono dei passi codificati, questi vanno indicati dall’uomo con la sua mano destra alla donna tramite movimenti e pressioni sulla sua schiena.

L’uomo, dovendo perciò fare da “regista” ballerà e farà eseguire il ballo secondo la sua sensibilità in quel preciso momento. E la donna risponde a questi “richiami” a modo suo aggiungendo movimenti con la sensibilità propria di quel momento, sia dipendendo dal suo carattere che da come si sente in quel momento e con quell’uomo… In definitiva, il tango è un linguaggio e perció un uomo e una donna che ballano il tango non solo stanno “facendo qualcosa insieme” ma fanno molto di più: in realtà stanno communicando. È come se parlassero… E un uomo e una donna possono parlare in modo formale, oppure possono scherzare, o anche possono amoreggiare o parlare in tantissimi altri modi diversi… ma in ogni caso si tratta di comunicazione tra uomo e donna; dove è impossibile lasciare da parte la sensualità propria di ogni sesso… ed é in questo che risiede il valore del tango e la sua bellezza.

Contattaci ora per fissare una lezione di prova